MAURIZIO EUFEMI

eletto al Senato della Repubblica - per la Provincia di Torino - Collegio n. 7

Vice Presidente Vicario Gruppo UDC (CCD-CDU-DE)

 

 


Intervento sen. Maurizio Eufemi
Presentazione libro "Furore giacobino"
Torino, palazzo Barolo - 21 gennaio 2008
 
 
Eccellenza Reverendissima, autorità tutte, signore e signori,

vi ringrazio innanzitutto per la vostra presenza e partecipazione. Noi non abbiamo disperso il significato del Family Day. Lo abbiamo consolidato con un insieme di iniziative periferiche sul territorio, tra cui ricordo quella di giugno dei Cristiani Motivati.

Certamente, quando abbiamo programmato la presentazione di questo volume dell’amico capogruppo On. Luca Volonté, non potevamo mai immaginare che esso si sarebbe svolto a pochi giorni di distanza da un’ennesima, straordinaria e preoccupante fiammata di quel “furore giacobino” di cui si occupa il suo libro, raccontando gli ultimi tre anni di attacchi violenti e rabbiosi contro la cosiddetta "ingerenza" della Chiesa (nelle figure di Ruini, di Bagnasco e naturalmente di Benedetto XVI).

All'inizio di questo incontro, alla luce dei drammatici eventi dei giorni scorsi che hanno coinvolto Sua Santità Benedetto XVI, desidero esprimere, insieme a voi, tutta la vicinanza, la stima umana, l'affetto filiale e la profonda dedizione alla persona, all'operato e all'alto magistero del Santo Padre.
A lui dedichiamo questa serata, nella speranza che episodi di tale intolleranza e primitiva ignoranza non possano più verificarsi in un Paese civile e democratico come il nostro.
Alla tristezza per le menti e i cuori che si smarriscono, nelle vie larghe della menzogna e dell'ideologia, fanno eco la speranza certa della Verità, che si è resa visibile e che noi abbiamo incontrato e conosciuto, e la bimillenaria tradizione di questa Verità, da cui abbiamo imparato che cosa significhi rispetto, tolleranza e dignità della persona.  
Nonostante il risultato del Referendum sulla procreazione assistita del 2005 e il Family Day del 2007 abbiano dimostrato, a Dio piacendo e a Scalfari piacendo un po’ meno, l’esistenza, ancora oggi, in Italia di un vasto popolo cristiano che crede e lotta per i “valori non negoziabili” ricordati da Papa Ratzinger nella famosa udienza ai rappresentanti del P.P.E. del 2 maggio 2006.

        Ma dietro l’impedimento al Papa di parlare in Università c'è l'idea, inaccettabile, che in democrazia la religione debba essere esclusa da qualsiasi spazio pubblico; che esistono orientamenti culturali e ideali — e quelli religiosi sarebbero i primi tra questi — i quali sono radicalmente incompatibili con la società democratica, con il suo ethos pubblico e più in generale con una moderna visione del mondo. E che quindi nell'università possa trovare posto e avere corso esclusivamente quello che si autodefinisce il «libero pensiero». Idea inquietante – osserva acutamente Ernesto Galli Della Loggia - che mette inevitabilmente capo a una sorta di obbligatorio laicismo di Stato, in cui l'autentica tradizione liberale si è sempre ben guardata dal riconoscersi, ravvisandovi giustamente una più che probabile anticamera del dispotismo.

Qual è il nostro compito, oggi?
Da un lato dobbiamo arginare e respingere gli attacchi di chi vuole distruggere l’idea stessa dell’uomo con iniziative scellerate che vengono proposte con insistenza e tenacia anche in sede parlamentare (maggiore libertà per abortire, meno vincoli per il divorzio, revisione della legge sulla fecondazione assistita, pillola del giorno dopo, doppio cognome, pacs-dico-cus,  allargamento del concetto di genere sessuale, testamento biologico-eutanasia, possibilità di adozioni da parte di omosessuali, restrizione delle libertà e delle possibilità economiche per la scuola non statale, legalizzazione della prostituzione, legalizzazione della droga, ricerca che prevede la distruzione di embrioni, lavoro nei giorni di festa).

Da un altro lato dovremmo essere capaci di uscire da questo accerchiamento culturale e mediatico, fornendo un pacchetto di proposte capace di rilanciare e affermare nel tempo una visione della persona umana rispondente alla sua piena dignità (sostegno alla famiglia, politiche a favore della crescita demografica, protezione dei malati e degli anziani, difesa dei lavoratori delle fasce più deboli, libertà di educazione, aiuto allo sviluppo nei paesi più poveri, promozione della democrazia economica e finanziaria, lotta alla criminalità e alla corruzione, educazione alla legalità, eliminazione dei privilegi nella pubblica amministrazione statale e locale, interventi a sostegno della pace e della cooperazione internazionale).

Abbiamo, come si è visto, un'agenda particolarmente complessa e il volume di Luca Volontè, "Furore giacobino", ha avuto il pregio di gettare non un sasso nello stagno, ma un macigno, perché porta tutti noi a riflettere, muovendo dalla questione culturale, per affrontare temi sui quali non possiamo soprattutto come politici rinunciare alle nostre responsabilità.

Sono qui con noi stasera alcune personalità di primo piano caratterizzate da una limpidezza di parola e di azione senza pari, che ringrazio di cuore per la loro presenza.

- grazie a  S.E. Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino – Montefeltro, autore di  volumi pregevoli e di interventi cristallini nel dibattito culturale del Paese;
- grazie all’amico carissimo Prof. Sen. Rocco Buttiglione, Presidente dell’UDC, anche lui vittima sacrificale “ante litteram” del livore antireligioso e anticattolico;
- grazie al Dott. Ernesto Olivero, Fondatore del Ser.mi.g., testimone luminoso di una presenza cristiana senza nascondimenti;
- grazie al Rev. Prof. Salvatore Vitiello, Docente di Teologia all’Università Cattolica del S. Cuore di Roma,  già testimone dell’assalto blasfemo alla Chiesa del Carmine due anni fa qui a Torino.

        Do loro la parola per sollecitare tutti i presenti a lavorare, ciascuno nei propri ambiti (famiglia, educazione, chiesa e politica), perché il futuro di questo Paese dia al suo autore meno spunti per un analogo lavoro negli anni a venire!

        Grazie.

 

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